C’è un quartiere di Milano dove è proprio facile stare bene, passando qualche ora immersi …
Fino a pochissimi anni fa le mura esterne del carcere di San Vittore parlavano un linguaggio tutto loro, costruito da parole e disegni.
Per metri e metri, lungo piazza Filangieri, queste mura (casa per circa 1400 detenuti) facevano da messaggero, in qualche modo, fra esterno e interno, in un dialogo a tratti misterioso, di sicuro aspro, solcato da promesse e invettive, minacce e speranze. Quasi inspiegabilmente, vista la presenza costante del personale di vedetta, questa dialettica ha proseguito il suo corso per anni e anni, con le pareti esterne di San Vittore a fare da carta ruvida per gli spiriti più diversi.
Periodicamente le mura venivano ripulite, ma mai integralmente o definitivamente: alcuni segni sparivano, altri invece rimanevano, in uno strano equilibrio non dichiarato e francamente complesso da comprendere sino in fondo, ma che, di fatto, resisteva, rendendo quelle pareti vive: con occhi, orecchie, braccia. Erano testimoni di vite e tensioni. Le trovavo sensate, per quanto violente; trovavo sensata la loro esistenza.
Poi, l’amministrazione guidata dal sindaco Letizia Moratti ha impugnato bellicamente la causa anti writer: nel contesto della campagna “I lav Milan”, anche le mura di San Vittore hanno perso quella voce. Una città pulita piace a tutti, questo è sicuro. Ma quelle premesse hanno avvallato azioni fortemente criticabili. È di questi giorni la notizia del via al processo penale (sì, l’anno scorso sono state inasprite le pene per il reato di imbrattamento, articolo 639 del codice penale) contro il writer “Bros”, conosciuto a Milano per i suoi murales urbani, considerati di forte interesse artistico. Il comune si è costituito parte civile, accusando “Bros” di aver realizzato graffiti abusivi sui alcuni edifici del centro, fra cui proprio le mura esterne del carcere di San Vittore. Chiedo: sotto quale lente vogliamo parlare di decoro, di scelte di pulizia e funzionalità?
La notizia del processo a “Bros” mi ha fatto ritornare alla mente proprio quelle mura. Certo rappresentano un caso estremo ma le riflessioni, su questo di cui scrivo, sono tutto sommato mancate.
Nel 2007, un collettivo molto interessante di artisti di Milano, Alterazioni Video, ha realizzato un lavoro proprio dedicato alle parole di San Vittore. Si tratta di una lunga carrellata video, “Painting” (pittura o scrittura, dunque?), che testimonia la progressione di questa evoluzione e involuzione di scritte, censure, scritte, censure. Lo potete vedere cliccando qui. Surreale, nel suo essere crudemente reale.