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Finalmente! Milano avrà un ostello in centro, via Torino

, 18 febbraio 2011

In questi giorni da clima elettorale a Milano si ascoltano tante idee per una città diversa. Che il contesto sia quello di un incontro delle Officine di Giuliano Pisapia, di un appuntamento in piazza o di un incontro informale fra cittadini curiosi di saperne di più su questo o quel candidato sindaco, qualche idea spicca sulle altre.

Questa, in particolare, è suonata come musica per le mie orecchie.

Carlo Dalla Chiesa, ben conosciuto per il suo lavoro con il laboratorio politico 11metri e l’Arci Bitte di via Watt, sta lavorando per realizzare un ostello nel cuore di Milano. Il primo, almeno sulla carta, a potersi davvero meritare questo nome, andando a riempire una lacuna profonda della città.

Esperienza personale: gli amici che in passato sono giunti a Milano da fuori regione o da fuori Italia hanno sempre trovato accoglienza a casa mia; con piacere, ci mancherebbe. Ma è plausibile che una città che vuole ambire a essere competitiva nella cornice internazionale non abbia nemmeno un ostello nella cerchia delle sue mura storiche? Gli unici altri esempi di ostello che attualmente esistono sono molto limitrofi e non funzionali.

La struttura avrà sede in via Torino, in uno spazio in fase di ristrutturazione di circa 900 metri quadrati, dove Carlo ha in mente di accogliere tutti i viaggiatori che vorranno fare tappa a Milano. Almeno 300 metri saranno dedicati ad area ricreativa e culturale, per iniziative di aggregazione civica, musica, teatro, arte. In mente, a fare da ispirazione, gli esempi dei centri culturali della vecchia e nuova Europa, come quelli di Berlino, Lubiana, Londra.

L’idea è già passata dalla fase di elucubrazione a quella della progettualità. Carlo ha organizzato, con amici e collaboratori, un team di lavoro composta da una decina di persone: e loro, già da qualche tempo, si sono rimboccati le maniche, senza rumore, per inseguire un desiderio di novità e crescita che non ha, al momento, eguali in città. Si tratta di un investimento impegnativo, su tutti i livelli: economico, in primis; gestionale in secundis, data la quantità di autorizzazioni che un progetto di questo genere si sta trovando a dover smaltire per poter uscire vincente dal meraviglioso tunnel della burocrazia locale.

Significativo che l’idea sia venuta in mente a un cittadino, prima che a un amministratore locale. Voglio almeno dieci teste come quelle di Carlo Dalla Chiesa nel prossimo consiglio comunale!