Terremoto, tutti svegli su Twitter, da Milano a Verona

, 25 gennaio 2012

Il terremoto di stanotte ha svegliato mezzo nord Italia, pur non avendo creato – almeno stando alle primissime notizie – grossi danni.

Le persone, dalle principali città che hanno assistito all’avvenimento (Verona, Milano), si sono riversate su Twitter e su Facebook per cercare notizie, trovare conforto e news.

Guardate più sotto, nel riquadro, com’è andata su Twitter.

Da comunicatore, cosa ho ricavato da questa breve e rapida (e notturna) analisi?

1) “Twitter batte i giornalisti“. Sì, è vero, per forza. Grazie. Ma bisogna distinguere: giornalista non è solo il più rapido, è soprattutto chi verifica le fonti e approfondisce. Il dibattito sulla velocità o meno dei giornalisti rispetto a Twitter, in questo caso, è posto in modo superficiale. Il problema semmai è diverso: punto due.

2) Le redazioni delle agenzie e delle grosse testate dovrebbero prevedere una vera copertura notturna: questo di #terremoto è un piccolissimo caso, ma non si può pensare che il calo di visitatori online fisiologico durante la notte giustifichi una totale assenza di presidio, per ore e ore. Twitter in questo è un partner straordinario, prendete esempio dalla redazione del Guardian (forse i più bravi sul fronte digital).

3) Siamo malati di notizie, io per primo, che dopo meno di tre ore dalla scossa più violenta pubblico questo post di analisi. C’è una cura?

4) All’Italia manca proprio, ancora, un The Lede.

CRONACA DI QUANTO LETTO NELLE PRIME DUE ORE DOPO IL TERREMOTO